araba fenice

loc. s. f. (fig.) bene introvabile; persona o cosa più unica che rara. I versi Come l'araba fenice, che vi sia, ciascun lo dice, dove sia, nessun lo sa, sono divenuti proverbiali e usati per persone o cose di cui tutti parlano, ma che nessuno ha mai visto.
1731 [BIZ 1731 (P. Metastasio)]
- Pietro Metastasio, Il Demetrio. Drama per musica da rappresentarsi nella cesarea corte per il nome gloriosissimo della sacra cesarea e cattolica real maestà di Carlo VI, imperadore de' Romani sempre augusto, per comando della sacra cesarea e cattolica real maestà di Elisabetta Cristina, imperadrice regnante, l'anno 1731, Vienna d'Austria, appresso Giovanni Pietro van Ghelen, 1731, II, 3: "OLINTO: È la fede degli amanti / come l'araba fenice. / Che vi sia ciascun lo dice, / dove sia nessuno il sa".
- Carlo Goldoni, La scuola moderna, o sia La maestra di buon gusto. Dramma giocoso per musica da rappresentarsi nel Teatro Giustiniano di S. Moisè l'autunno dell'anno 1748, Venezia, appresso Modesto Fenzo, 1748, I, 8: "È la fede degli amanti / come l'araba fenice, / che vi sia ciascun lo dice, / dove sia nessun lo sa".
Cfr. Fabio Rossi, L'italiano (buffo) pregoldoniano: tra "Umgangssprache" e "Bühnensprache", con oltre cento retrodatazioni, in "Studi di lessicografia italiana", vol. XXXVIII, 2021, pp. 173-219.
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Scheda di redazione - 08/04/2022