auzione

s. f. vendita pubblica all'incanto.
1751 [GRADIT 1892]
- Saggi di dissertazioni accademiche pubblicamente lette nella nobile Accademia Etrusca dell'antichissima città di Cortona , tomo VI, Roma, nella stamperia di Pallade, 1751, p. 156: "ne i Giochi Capitolini per derisione della nazione Etrusca, come Festo, e Plutarco ci attestano, prendeasi un uomo Vecchio vestito colla Pretesta, e al di lui collo una bolla, o cuoricino d'oro attaccavasi, esponendolo in tal figura al pubblico insulto, e ludibrio, mentre da i pubblici banditori in una finta auzione, ed incanto mettevasi in vendita la gente Etrusca".
- Callisto Marini, Viaggio in Germania, Baviera, Svizzera, Olanda e Francia , 1761 [cit. da L. Clerici (a cura di), Scrittori italiani di viaggio. Volume I 1700-1861, Milano, Mondadori, 2008, p. 586]: " Quelle merci vendute ma poi rimaste nei fondachi per non essere state al debito tempo pagate, si espongono nuovamente alla vendita a profitto della compagnia, se vi รจ guadagno nella nuova auzione, o a carico del debitore, se vi si perde".
Cfr. Mario Piotti, Retrodatazioni di viaggio, in "Italiano LinguaDue", vol. V, n. 1, 2013, pp. 207-242.
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Scheda di redazione - 05/06/2018