fatiscenza

s. f. dissoluzione, scioglimento.
1785
- Giulio Candida, Sulla formazione del molibdeno, Napoli, presso Giuseppe-Maria Porcelli, 1785, pp. 40-41: "Anzi se vogliamo se vogliamo attenerci a quello, che ne scrisse lo stesso Wallerio, il ferro fuso, o il regolo marziale nell'acqua salina, o nell'acqua forte lasciato per un convenevole spazio di tempo, acquista la faccia, e l'indole del molibdeno; e se vogliamo a lui credere, anche il ferro sciolto dal zolfo, dopo la fatiscenza nell'aria; prende una struttura uguale ad esso".
- Giorgio Santi, Viaggio secondo per le due provincie senesi che forma il seguito del viaggio al Montamiata, Pisa, per Ranieri Prosperi, 1798, p. 238: "Vi eran pure Solfati di Calce, e Selci cornei o integri, o giĆ  penetrati dall'Acido Solforico, e ridotti a varj gradi di salificazione, di fatiscenza, e di rammollimento".
Cfr. Mario Piotti, Retrodatazioni di viaggio, in "Italiano LinguaDue", vol. V, n. 1, 2013, pp. 207- 242.
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Scheda di redazione - Firenze, Liceo Machiavelli - 07/06/2018
supervisore Francesca Cialdini - UniFI