grafologo

s. m. esperto di grafologia.
1878 [DELIN e GRADITe 1920, GRADIT 1956]
- Cesare LOMBROSO, Delitti vecchi e delitti nuovi, Torino, F.lli Bocca, 1902, p. 80: "Anzi, non sono io che ho trovato questo fatto, ma un grafologo di genio, il Michon [...]". Cfr. De Fazio 2012.
- Salvatore Di Giacomo, L'ignoto. Novelle, 1920, p. 158: "Questa volta egli scriveva manu propria, con la sua bella calligrafia chiara e grande, indizio, come sostengono i grafologi, d'una passionalità generosa". In GDLI, cfr. Matt 2002, p. 273.
Il termine compare anche nella II edizione (1878) dell'Uomo delinquente di C. Lombroso.
La forma grafologista è attestata nel periodico "L'istitutore", a. XXVI, n. 13, 30 marzo 1878, p. 208; a. XXVI, n. 17, 27 aprile 1878, p. 272.
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Mariella Canzani - Collaboratrice Accademia della Crusca - 15/11/2023