inguacchio

s. m. (vc. merid.) sporcizia, cosa sporca; fig., cosa mal fatta, imbroglio.
1956 [GRADITe 1990]
- Diego Fabbri, La bugiarda, Firenze, Vallecchi, 1956, p. 79: "Perché io, qui, in quest'inguacchio, io, benché non sembri, io sono la vittima".
Cfr. Paolo D’Achille, Parole: al muro e in scena. L’italiano esposto e rappresentato, Firenze, Franco Cesati, 2012. Lo Zingarelli 2024 data la voce 1966.
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Paolo D'Achille - UniRoma3 e Accademia della Crusca - 21/12/2023