obliosamente

avv. in modo da perdere la cognizione del tempo e ogni contatto con la realtà circostante.
1660 [GRADIT 1952]
- Gabriele D'ANNUNZIO, Il trionfo della morte, 1894, libro V: "metteva i piedi nudi su la ghiaia scottante, mantenendoveli sin che fosse per lei sostenibile l'ardore; e poi così caldi li ruffava nell'acqua blanda che lambiva la ghiaia. E in quella duplice sensazione ella pareva gustare una voluttà infinita, obliosamente". Cfr. Biasci 2012.
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Raphael Merida - UniME - 19/12/2018