pare e piace

loc. verb. esprime non giudizio ma volontà, arbitrio: ciò che sembra meglio, più opportuno.
av. 1420 [BIZ av. 1420 (Serdini), GDLI 1821 (V. Monti)]
- Simone Serdini (il Saviozzo), Rime, a cura di Emilio Pasquini, Bologna, Commissione per i testi di lingua, 1965, rime composte av. 1420, 102: "Io invoco e priego quello etterno Iddio / Signor, misericordia i' t'adimando: / tu fusti sempre misericordioso; / però ch'i' sono infermo e così stando / non potre' sostener, Signor piatoso. / L'ossa mie conturbate sono, e quando / ti pare e piace, Signor grazioso, / mi sana, e fa che resti consolata / l'anima mia, ch'è forte tribulata".
- Carlo Goldoni (pseud. Polisseno Fegejo), La cascina. Dramma giocoso da rappresentarsi nel teatro di San Samuele il carnevale dell'anno 1756, Venezia, presso Angiolo Geremia, 1756, II, 9: "Lasciate star le pastorelle in pace / e poi sposate chi vi par e piace".
Cfr. Fabio Rossi, L'italiano (buffo) pregoldoniano: tra "Umgangssprache" e "Bühnensprache", con oltre cento retrodatazioni, in "Studi di lessicografia italiana", vol. XXXVIII, 2021, pp. 173-219.
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Scheda di redazione - 12/04/2022