peso sullo stomaco

loc. s. m. (fig.), insofferenza, fastidio.
1741 [DELIN 1916 (Cappuccini) "avere qualcosa sullo stomaco"]
- Carlo Goldoni, La bancarotta, o sia Il mercante fallito. Rappresentata per la prima volta in Venezia, un anno dopo alla precedente, parte scritta e parte a soggetto, ed ora cambiata, riformata ed in miglior forma ridotta, [messa in scena nel Teatro San Samuele di Venezia durante il Carnevale del 1741], 1741, III, 16: "SMER. Signori, già che Truffaldino è partito, e non spero di vederlo più, voglio sgravarmi di un peso che ho sullo stomaco. Egli mi ha portato in più volte il valore di circa duecento ducati, ma tutto è nella mia cassa, a vostra disposizione".
- Carlo Goldoni (pseud. Polisseno Fegejo), La ritornata di Londra. Dramma giocoso per musica da rappresentarsi nel teatro di San Samuele il carnevale dell'anno 1756, Venezia, presso Angiolo Geremia, in Merceria all’insegna della Minerva, 1756, I, 13: "Oimè, che sullo stomaco / mi sento un peso tale / che soffrirlo non posso e mi vien male. / Ho da sentir di più? Bel complimento / da fare ad un villano! / Mi tratta da birbante e da mezzano!".
Cfr. Fabio Rossi, L'italiano (buffo) pregoldoniano: tra "Umgangssprache" e "Bühnensprache", con oltre cento retrodatazioni, in "Studi di lessicografia italiana", vol. XXXVIII, 2021, pp. 173-219.
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Scheda di redazione - 12/04/2022