ragazzo

1 s. m. addetto a mansioni umili, di solito svolte in giovane età, come quella di servo, di mozzo, di sguattero, di corriere o di valletto.
1277-82 [DELIN e GRADITe av. 1313]
- Libro dell'entrata e dell'uscita di una Compagnia mercantile senese del secolo XIII., 1277-82 (sen.), p. 454.3 [ed. G. Astuti]: "Ancho XVIII den. nel dì a uno ragazo ch' andò chon Tigo a Fiorenza".
- Zucchero Bencevenni, Esposizione del Paternostro, 1300-10 (fior.), p. 23.32 [ed. L. Rigoli]: "e disiderare di cuore sanza infignimento di esser tenuto per vile e per ragazzo, e villanamente trattato".
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Scheda di redazione - TLIO - 15/04/2024
2 s. m. giovane a cui si è legati da un rapporto sentimentale, non necessariamente impegnativo; fidanzato.
1761 [DELIN e GDLI 1895 (Arlia)]
- Carlo Goldoni (pseud. Polisseno Fegejo), La donna di governo. Dramma giocoso per musica da rappresentarsi nel teatro di Torre Argentina nel carnevale dell'anno 1761, in Roma, per il Puccinelli, 1761, II, 3: "Perché stassera, / giacché ogniun se la gode e si solazza, / vo’ condurre ancor io la mia ragazza. / [...] Deh moviti a pietà del tuo ragazzo".
Cfr. Fabio Rossi, L'italiano (buffo) pregoldoniano: tra "Umgangssprache" e "Bühnensprache", con oltre cento retrodatazioni, in "Studi di lessicografia italiana", vol. XXXVIII, 2021, pp. 173-219.
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Scheda di redazione - 09/09/2021