salvognuno

inter. (vc. centr.) formula di scongiuro o con valore deprecativo, usata per esprimere un timore, una preoccupazione.
1891 [GRADITe 1950 (C. Alvaro, "Quasi una vita")]
- In tondo al mondo, in "L'O di Giotto", a. II, n. 6, 1° febbraio 1891, p. 1: "l’on. Crispi andrà nella storia col nome di Antisucci della politica. Nessuno, io credo, ha mangiato e rimangiato tanti principii, tante proposte, tanti progetti di legge quanti n’ha rimangiati lui, da che è dittatore d’Italia. Egli s’è perfino trovato, salvognuno, a rimangiarsi nientemeno che un intero palazzo del Parlamento, con tre aule, tutto in un boccone".
Cfr. Paolo D’Achille, Claudio Giovanardi, Storia e funzioni pragmatiche della formula romanesca sarvognuno, in Pragmatik – Diskurs – Kommunikation. Festschrift für Gudrun Held zum 65. Geburtstag / Pragmatica – discorso – comunicazione. Saggi in omaggio a Gudrun Held per il suo 65mo compleanno, a cura di Anne-Kathrin Gärtig, Roland Bauer, Matthias Heinz, Wien, Praesens, 2018, pp. 37-47.
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Paolo D'Achille - UniRoma3 e Accademia della Crusca - 13/12/2023