semianalfabeta

agg. che sa a malapena leggere e scrivere.
1868 [GDLI 1976 (Moravia), GRADITe 1903 (Gentile)]
- Angelo Camillo De Meis, Dopo la laurea, vol. I, Bologna, Stab. tip. di G. Monti, 1868, p. 332: "piccolo pubblico analfabeto e semi-analfabeto mascolino"; p. 354: "i semi-analfabeti poi sono in buona parte demagoghi".
- "Atti dell'Ateneo veneto", II serie, vol. XI, 1873, Atto verbale dell'adunanza del 26 febbraio 1874, p. 136: "Narra la visita da lui [Paulo Fambri] fatta della scuola d'arte applicata all'industria, ed altamente encomia quegli uomini distinti nell'arte che seppero impicciolirsi sino a quel bambino, che è l'operaio povero semi-analfabeta, e qualche volta anche analfabeta del tutto".
- Cesare LOMBROSO, Delitti vecchi e delitti nuovi, Torino, F.lli Bocca, 1902, p. 144: "[...] propagasse la sua divina follia non solo direttamente col fanatizzare le plebi, ma col far nascere dei veri alienati, che, malgrado fossero semi-analfabeti ed ignoranti, s'improvvisavano, grazie alla pazzia, predicatori e scrittori". Cfr. De Fazio 2012.
Cfr. Rocco Luigi Nichil, "Fu chiamato analfabeto, come quasi non havesse imparato nè pur l'alfabeto". Storia della parola "analfabeta" (o "analfabeto") in italiano, Lecce, Università del Salento, 2023, p. 92.
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Scheda di redazione - 04/12/2023