servizievole

agg. che presta volentieri la sua opera, il suo aiuto.
1831 [DELIN 1817-32 (G. Leopardi), GRADITe av. 1861]
- Marcus Tullius Cicero [trad. it. A. Cesari], Lettere di M. T. Cicerone disposte secondo l'ordine de' tempi, traduzione di Antonio Cesari, vol. X, Milano, presso A. F. Stella e figli, 1831, p. 111: "Il cenno tuo può ritenere salvo in città un uomo, di nobilissima schiatta, di sommo ingegno e virtù, servigievole inoltre e grato fuormisura",
Cfr. Sanzio Balducci, Retrodatazioni lessicali italiane, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2002. Balducci cita da Alfonso Cerquetti, Studj lessicografici e filologici, Forlì, F. Marinelli editore, 1868, s.v.: "Servigievole. Acconcio a render servigi. Manca". Nella forma servigievole il termine è attestato nei Pensieri di G. Leopardi (in Opere, ed. accresciuta, ordinata e corretta, secondo l'ultimo intendimento dell'autore da Antonio Ranieri, vol. II, Firenze, F. Le Monnier, 1845), LXXXVIII: "Avviene non di rado che gli uomini vani e pieni del concetto di se medesimi, in cambio d’essere egoisti e d’animo duro, come parrebbe verisimile, sono dolci, benevoli, buoni compagni, ed anche buoni amici e servigievoli molto". I Pensieri, pubblicati nel 1845 su trascrizione del manoscritto autografo da parte di A. Ranieri, furono composti e raccolti presumibilmente tra il 1817 e il 1832 (cfr. leopardi.it).
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Scheda di redazione - 10/02/2021