xenofilo

1 s. m. chi manifesta spiccato interesse, attrazione, simpatia verso tutto ciò che è straniero o proviene dall’estero.
1841 [GRADITe 1967]
- «Il Progresso delle scienze, lettere ed arti», X, 1841, p. 312: "Gli xenofili s’ingannavano, gl’amici dei Greci nomi venivano delusi dalla omiofonia, e ciò bastava al jerografo etrusco, al quale non era lecito preferire alla patria la teologia la greca e la romana".
Cfr. G. Biasci, Storicizzazione dei lemmi XE privi di esempi nel GDLI, in "AVSI", vol. II, 2019, pp. 409-410.
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AVSI - Archivio per il Vocabolario Storico Italiano - 02/02/2021
2 agg. che manifesta spiccato interesse, attrazione, simpatia verso tutto ciò che è straniero o proviene dall’estero.
1847 [GRADITe 1967]
- Panfilo Serafini, Degli Abruzzesi primitivi. Saggio mitico–storico, Montecassino, Tipografia Monte Cassino, 1847, p. 17: "Ciò va detto però col debito riguardo all’indole mobile e senofila de’ popoli. Vi sono delle famiglie immobili, amanti delle antiche e nazionali costumanze ed indipendenza, avverse ai forestieri [...]. Vi sono, dall’altra parte, popoli sensibili, passionati, vivaci, e perciò imitativi, amanti de’ forestieri, delle cose nuove e del moto, perciò facili a mescolarsi ed incrociarsi l’un popolo con l’altro".
- «Rivista italiana di Sociologia», XIII, 1909, p. 461: "Il gran pubblico in Francia è chauviniste, democratico, anticlericale; ed ecco qui un Taine di maniera: xenofilo o meglio esotico, che ama le istituzioni ed i costumi tedeschi ed inglesi e disprezza quelli francesi".
Cfr. G. Biasci, Storicizzazione dei lemmi XE privi di esempi nel GDLI, in "AVSI", vol. II, 2019, pp. 409-410.
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